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JULIA CARPENTER

 in:

CAMBIARE
di FABIO VOLINO

 

E' un sogno ricorrente per Julia Carpenter: una donna la cui bellezza è uguale solo alla sua rabbia, che si lancia contro di lei, la bocca spalancata ad emettere un urlo che pare più simile ad un ruggito, e la colpisce con una delle sue zampe, assorbendo il suo potere e lasciandola a terra, immobile, inerme, impotente.
E come tutte le volte, Julia si risveglia bruscamente, madida di sudore. E piena di tristezza nel ricordare che quel sogno si è purtroppo verificato anche nella realtà*.

* V. Donna Ragno - 1

Allontana subito questo pensiero e si dirige verso la camera di sua figlia Rachel: silenziosamente scivola nella stanza e la vede dormire placida, con una espressione di serenità dipinta sul volto. Basta questo a confortare Julia, le è sufficiente per ricordare che, anche se non è più una supereroina, ha comunque delle responsabilità da rispettare: deve mandare avanti una famiglia e ci riuscirà.

Denver.

Da quando si è ristabilita definitivamente in questa città, per l' ex seconda Donna Ragno è come essere tornata indietro nel tempo: a quando era una donna divorziata, che doveva mantenere con le sue sole forze sua figlia, mentre il suo ex marito se la spassava con altre donne. Ciò fino a quando il destino, nelle vesti di Valerie Cooper, la scelse per divenire il soggetto predestinato- e non casuale come inizialmente le era stato fatto credere- per la sperimentazione di un siero rivoluzionario ideato da un certo Dr. Napier. Un siero che conteneva anche estratti di veleno di ragno e che la tramutarono in una persona speciale. Una persona che affrontò le Guerre Segrete, collaborò con numerosi altri supereroi, divenne un valoroso membro della Freedom Force, dei Vendicatori della Costa Ovest e di Force Works. Una persona che oggi non è più speciale, ma simile a tante altre.
"Mamma?" la chiama sua figlia, strappandola al fiume dei ricordi.
"Sì, tesoro, dimmi".
"Sei felice, mamma?". Rachel è una ragazza vivace ed intelligente, a cui non si può nascondere nulla.
"Diciamo che sto provando a rimettere insieme i pezzi della mia vita" risponde Julia "Ma non preoccuparti, non sono triste".
"Ce la farai, mamma. Come sempre".
"Lo spero" pensa Julia, che poi dice:"Su, è ora di andare a scuola".

Qualche minuto dopo.

Dopo aver accompagnato sua figlia davanti all' ingresso della scuola ed averla salutata, Julia Carpenter inizia a dirigersi verso un appuntamento. Julia è forse una donna troppo orgogliosa: da quando ha abbandonato i Vendicatori ha deciso di rinunciare all' assegno mensile della Fondazione Maria Stark. Questo vuol dire dunque una nuova vita, ed il denaro per poterla affrontare. E tra le varie offerte di lavoro pubblicate sul giornale, una in particolare ha attirato la sua attenzione.
Dopo pochi minuti, Julia parcheggia l' auto in una zona della città né troppo lussuosa né troppo scarna. Si dirige poi a piedi verso l' indirizzo scritto sul giornale, un indirizzo che porta ad un palazzo di pochi piani. Julia si guarda intorno, ma non nota alcune targa, solo sul citofono trova una minuscola scritta che le conferma di essere nel posto giusto:"FONDAZIONE FRATELLI JACKSON. ISTITUTO DI ASSISTENZA SOCIALE".
Julia non si pente della sua scelta: per gran parte della sua vita è stata una eroina che vendicava i torti subiti da persone che non conosceva. Quel fuoco dentro di lei non si è mai spento, nemmeno dopo la perdita dei suoi poteri, e dunque si è fermamente decisa a divenire un differente tipo di eroina. Ma ugualmente utile. Julia bussa al citofono e dopo pochi secondi entra nel palazzo.

Ufficio di Herbert Jackson.

"Cosa l' ha portata qui, miss Carpenter?" chiede il proprietario dell' ufficio.
Julia rimane per un attimo sorpresa dalla domanda:"Beh, ho bisogno di un lavoro e...".
"Intendo dire che di solito si cercano altre strade prima di arrivare qui. Quando uno pensa ad un lavoro non ha certo in mente di fare l' assistente sociale. Lei, invece, mi è appare decisa in questa sua scelta".
"Lo definisca un impulso" spiega la donna "Un impulso che mi ha sussurrato che questa era la cosa giusta da fare. Un impulso che mi ha portato qui".
"E' stato decisamente un ottimo impulso" commenta Herbert sorridendo "La avverto che la paga non è di quelle esorbitanti, disgraziatamente il governo sa fare buoni proclami sul fatto che si debba aiutare la gente più debole, ma quando dalle parole bisogna passare ai fatti ha più di una esitazione. Mio padre e mio zio diedero vita a questa fondazione, tra grandi sacrifici: io tento di seguire le loro orme, pur tra mille difficoltà. E non intendo arrendermi".
A Julia Carpenter questo tipo decisamente piace:"Allora sono la persona adatta per lei".
"Non ne ho mai dubitato" conclude Herbert.

Da qualche parte.

"Come procedono le trattative?" chiede un uomo avvolto nell' ombra.
"Molto bene, capo" risponde un suo sottoposto "Non immaginavo che Denver potesse essere un così fiorente centro del commercio d' armi".
"Conosco bene questa città" risponde l' uomo "Così come ho ben presente le potenzialità che può offrire. I grandi capi banda preferiscono perlopiù concentrarsi sulle immense metropoli quali New York e Los Angeles, tralasciando le altre. E noi allora ci occupiamo delle loro... dimenticanze. E anche se qualcuno osasse contrastarci, abbiamo il nostro asso nella manica da giocare. Eh sì, potrò anche essere stato allontanato dal Conclave, ma io, Mike Clemson, rimango un uomo dalle mille risorse".

Per le strade di Denver.

Herbert non aveva decisamente perso tempo ed aveva voluto subito mettere alla prova le capacità di Julia: le aveva detto che si sarebbero recati in una zona dove quasi certamente si vendevano armi ai minorenni.
"E' incredibile dove possa giungere certe volte la malvagità umana" afferma ora Herbert, mentre è alla guida.
Julia annuisce, poi il suo sguardo si indirizza verso un ripiano semi aperto davanti a lei: un giornale fa capolino e da esso il volto di una donna tristemente nota a Julia. La donna afferra il giornale, scoprendovi un' interessante novità.
A quanto pare la 'ladra di poteri' ha deciso di giocare alla supereroina: Venom, i marziani... No, non è possibile: quella è una folle, che non esita a fare del male alla gente. Julia lo sa, lo ha sperimentato sulla sua pelle. Ed ora quest' essere viene venerata come una eroina ed usa pure il suo ex nome di battaglia (anche Julia, preda dell' ira, però ora non ricorda che a sua volta l' aveva sottratto a Jessica Drew)! Dovrebbe fare qualcosa, ma cosa? Si sente così impotente ed affranta, ultimamente.
Pochi minuti dopo l' auto si ferma in una zona in cui gli edifici decadenti la fanno da padrone, di certo non è piacevole vivere da queste parti. Dentro di sé, Julia si felicita del fatto di non essersi vestita in modo elegante, le avrebbe certamente causato dei problemi.
Tuttavia l' arrivo dei due estranei non passa inosservato: come se attraversassero muri invisibili, improvvisamente davanti a Herbert e Julia appaiono quattro omoni. A riprova del fatto che per certe questioni la discriminazione razziale non esiste, due sono bianchi e due sono neri.
"Cosa volete?" chiede uno di loro con voce profonda.
"C'è giunta voce che qui si facciano affari non proprio legali" risponde in maniera decisa Herbert.
"Non sono cose che ti riguardano".
"Ci riguardano e come se vengono coinvolti dei minori". La fermezza di Herbert è qualcosa di straordinario.
"Siete agenti di polizia?" chiede un altro "Non mi pare. E dunque, finchè non portate un mandato, vi impediamo di andare avanti".
"Ehi, Sipowicz dei poveri" scatta Julia con spavalderia "Chi ti dà il diritto di...".
Ma Herbert, mettendole una mano sul braccio, la interrompe:"Come volete voi, grazie per il prezioso aiuto". Poi, senza andare troppo di fretta, ritorna insieme a Julia nella sua auto e riparte.
"Hai avuto fegato ad affrontarli" ammette l' uomo, dandole per la prima volta del tu "Ma era meglio se lasciavi fare a me, forse si sarebbero sbottonati un po' di più".
"Persone come quelle non rivelano niente" ribatte Julia "Ma abbiamo ottenuto qualche risultato?".
"Abbastanza da convincere la polizia a dare un' occhiata".
"Speriamo, ma ci credo poco" conclude la donna, che da quando, preda della rabbia, si è scagliata contro quei tizi, prova una strana sensazione dentro di lei: una sorta di continuo formicolio che percorre tutto il suo corpo.

Rifugio di Mike Clemson.

"Pare che degli scocciatori abbiano ficcato il naso in questioni che non li riguardavano, capo".
"Fammi vedere" dice Clemson.
Il suo lacchè gli porge delle foto scattate da una persona piazzata dietro la finestra di un edificio.
"L' uomo si chiama Herbert Jackson" continua il lacchè "Un assistente sociale di poca importanza, la donna non la conosciamo, sarà una sua collaboratrice. Non credo possano darci problemi, gli assistenti sociali non ce li hanno mai dati. Anche se la polizia desse loro credito, sappiamo come evitare scomode perquisizioni".
Nemmeno Clemson sa come sia riuscito a trattenere lo stupore di fronte all' immagine di quella donna a lui decisamente nota: Julia Carpenter, la Donna Ragno. Dopo l' apparizione di un' altra persona con lo stesso alias, Mike aveva perso le tracce di Julia, ritenendo si fosse ritirata a vita privata. Ma evidentemente lei non lo aveva dimenticato: è destino che le loro strade si incrocino ancora e che lei voglia rovinare ciò che di buono lui ha costruito. Per questo sta ficcando il naso nei suoi affari, questo è certo. Clemson è stato anche troppo magnanimo in passato, è giunto il tempo di iniziare a fare sul serio.
"Non ti pago per credere o darmi consigli" dice poi "Ma per agire: bisogna dare una severa lezione a chiunque tenti di bloccare i nostri commerci, perchè sia d' esempio per altri ficcanaso. Chiama il nostro agente speciale, scopriremo dove abita questa donna, l' anello debole del gruppo, e faremo capire a lei, Jackson e ogni altro assistente social che hanno sbagliato a mettersi contro di noi".
Ed un sorriso maligno appare sul volto di Clemson: il sorriso di un uomo che sta per pregustare una vendetta a lungo attesa.

Casa di Julia Carpenter.

Un nuovo giorno nella nuova vita di questa donna: un giorno decisivo. Che inizia come tanti altri: con una sontuosa colazione. La mente dell' ex eroina, tuttavia, pensa ancora alla giornata di ieri, vorrebbe tanto avere il... potere di fare qualcosa.
Ad un tratto, come spinta da un impulso, Julia si alza dalla tavola e si reca in soffitta. Lì l' aspetta un baule ancora non ricoperto di polvere, un baule che negli ultimi tempi Julia ha aperto sempre meno. Dentro vi è l' emblema significativo di ciò che è stata in passato: il suo costume da Donna Ragno.
Ricordi sfuggenti passano nella sua mente, ricordi bruscamente interrotti da un pesante tonfo, seguito subito dopo da un urlo di paura emesso da sua figlia Rachel. Julia si precipita di sotto, dove diviene testimone di uno spettacolo agghiacciante: sua figlia rintanata in un angolo della stanza ed un omone dai capelli rossi con un costume verde e giallo a poca distanza da lei.
"Fermo!" urla Julia.
L' uomo si volta, sorridendo per chi ha di fronte: il suo obiettivo designato.
"Sono Powderkeg, Julia Carpenter, e per ciò che hai visto devi pagare!".
"Decisamente sa come presentarsi" pensa la donna, mentre evita un pugno del supercriminale per miracolo: oppure è stata la sua prontezza di riflessi? Tuttavia quel colpo ha lasciato un ricordo: un grande buco nel muro.
"Scappa, Rachel!" grida Julia.
La piccola sa che non è il caso di discutere ed esegue prontamente, mentre Powderkeg non prova nemmeno ad inseguirla.
"Hai fatto bene" commenta "Poteva esserci d' impiccio e del resto non sono venuto per lei. Non ancora, almeno".
Poi riparte all' attacco: Julia si allunga per prendere un coltello alla sua destra, ma Powderkeg è più veloce e la abbranca alle mani, stringendole. Il dolore è molto forte, ma dal dolore riemerge anche la rabbia della donna che riattiva quel formicolio che l' aveva colta quando si era scagliata contro quei teppisti. Ed una sensazione familiare torna a pervadere il suo corpo.
"Toccherà prima a te" dice il criminale "Poi a tutti i tuoi cari, partendo dalla tua cara figlioletta".
L' adrenalina arriva alle stelle, Julia non riesce e non vuole trattenerla e perciò la scarica con un potente calcio al ventre che costringe Powderkeg ad abbandonare la presa su di lei e ad arretrare boccheggiando.
"Ha sentito il colpo, gli ho fatto male!" pensa la donna "Ma allora questa sensazione che sto provando vuol dire che...".
Powderkeg si riprende e riparte all' attacco, ma Julia è pronta: compie un grande balzo e lo colpisce con un altro calcio, stavolta al volto. Un altro incredibile colpo, che nella sua condizione da 'donna di tutti i giorni' certo non avrebbe potuto compiere. Quando si volta un rivolo di sangue fuoriesce dal naso del criminale.
"Ricordo molto bene una cosa" pensa ancora Julia "Che il Manipolatore tentò di uccidermi iniettandomi una variante della neuro-tossina che mi aveva donato i poteri di ragno. Il risultato fu che le mie facoltà si incrementarono ad un livello incredibile, troppo elevato perchè in poco tempo li si potesse assorbire. Sì, deve essere così: l' attuale Donna Ragno non mi ha sottratto i poteri, li ha solo temporaneamente inibiti. Fino ad ora. Devo approfittarne!".
Julia si lancia all' attacco di un ancora intontito Powderkeg, tempestandolo di calci e pugni e non dandogli il tempo di respirare.
Alla fine il criminale, ansimante, si accascia sul pavimento, ma trova ancora la forza per dire:"Mi avevano detto che saresti stata un bersaglio facile, ma si sbagliavano. Tuttavia, c'è un mio potere che ancora non conosci...".
Julia sa che presto l' atmosfera diventerà calda e dunque, a tutta velocità, sfonda il vetro della finestra a lei più vicina e atterra sul giardino di casa, prima che dietro di lei avvenga un' esplosione che devasta la cucina e la scaraventa ancora più avanti, fortunatamente illesa.
Si rialza e nota un buco dove prima vi era il muro della sua cucina, un buco da cui fuoriesce Powderkeg, barcollante ma ancora in piedi:"Ora sai che trasudo nitroglicerina e la userò per uccidere te e tua figlia".
Julia è preda di una profonda ira: si è stancata delle persone che rovinano la sua vita, che mettono in pericolo la vita dei suoi cari, che demoliscono ciò che lei con pazienza ha costruito. Basta essere passivi, è ora di reagire: compie un potente balzo che la avvicina a Powderkeg e gli molla un fortissimo calcio nel basso ventre, seguito a ruota da una gomitata dietro al collo del criminale, che crolla esanime al suolo.
In quel momento Julia ode le sirene della polizia in arrivo, evidentemente chiamate da un vicino: ha circa un minuto per inventarsi una storia plausibile, ma prima deve recuperare un oggetto dalla soffitta.

Quella notte.

Velocissima, imprendibile, fortissima. Questi i commenti dei malcapitati delinquenti di fronte alla furia di un' ombra nera dai contorni bianchi. Cinque secondi prima erano in quattro, ora solo Leon può osservare la maschera, che cela oltre al volto anche una grande rabbia, di Julia Carpenter.
"Dimmi chi c'è dietro al vostro traffico d' armi!" intima l' eroina.
Leon soffre, la stretta è micidiale:"Coff... Scordate...lo, put...". Un qualcosa gli blocca le parole. Cosa c'è sulla sua bocca, ragnatele?! Lo stanno soffocando! Leon annuisce più volte per dimostrare la sua voglia di collaborare. Julia lo lascia cadere ingloriosamente e dolorosamente al suolo, poi Leon osserva il suo volto e vi nota la determinazione e la spietatezza.
E le dice tutto.

Rifugio di Mike Clemson.

"Allora, notizie di Powderkeg?" chiede l' uomo.
"Non ancora" risponde un suo lacchè "Ma siamo certi che novità non tarderanno ad arrivare".
Giusto, in un certo senso, poichè in quel momento rumori di lotta iniziano a provenire da fuori, rumori in cui la parte principale spetta alle urla della gente al servizio di Clemson. Poi le grida cessano ed un secondo dopo la porta viene sfondata e compare...
"La Donna Ragno!" esclama Clemson.
"Un tempo, forse" ribatte Julia stendendo il suo lacchè "Ora sono molto di più: una donna decisa a fartela pagare".
"Già, avevo predisposto così bene, ma riesci sempre a sorprendermi. Però dimentichi una cosa: che io conosco la tua identità segreta, potrei renderla pubblica ed assistere allo spettacolo di te, inerme, che soccombi davanti ai tuoi nemici".
Rapidissima, Julia lo afferra al collo e stringe la presa:"Inerme? Definisci questo inerme? Sai, Clemson, mi sono stancata della gente che tormenta la mia vita solo per ciò che sono, sfruttando i miei cari e i miei affetti. Mi sono detta basta: basta stare a guardare, è tempo di passare al contrattacco, anche se ciò comporta far seriamente male al proprio nemico. Ma non mi preoccupo più di questo ormai".
"S... Scherzi, vero?". Clemson osserva il suo volto, non scherza affatto "No... non puoi dire questo! E la tua morale da Vendicatore?".
Julia gli sferra un violento pugno allo stomaco:"Di fronte al benessere di mia figlia passa in secondo piano. Allora, devo continuare o hai capito la lezione? Ci lascerai in pace per sempre?".
Boccheggiando, Clemson annuisce. Julia allora lo scaglia contro un muro:"Molto bene. Ma ricorda che se sgarri nulla ti potrà più salvare".
Letale, spietata: Julia Carpenter. Non più Donna Ragno, quel nome appartiene ad un' altra, una a cui forse un giorno andrà fatto un bel discorsetto. E a ben vedere quel nome in codice a Julia non era mai piaciuto troppo.
"Adotterò l' alias che avrei voluto usare fin dal principio" pensa l' eroina "Un alias perso dalla donna che un tempo lo possedeva: il nome di colei che sfidò una dea. E vinse. Da oggi in poi sarò Aracne.

Ufficio di Herbert Jackson. Il giorno dopo.

"Grandi novità, Julia" afferma Herbert.
"Quali?" chiede lei fingendo curiosità.
"Quel traffico d' armi su cui stavamo indagando: incredibilmente la polizia si è data da fare stavolta. E pensare che li avevo contattati solo da poche ore, si vede che vi erano già indagini in corso. In ogni caso questo ignobile commercio è stato debellato e i responsabili catturati. Sembra anche che ci sia stato un aiuto... esterno, ma i criminali non hanno voluto dire nulla".
"E bravo Clemson" pensa Julia, che poi dice:"Ma è solo una piccola vittoria di una guerra molto più lunga, vero? Il primo di chissà quanti passi".
"Sì, ma l' importante è che questa vittoria sia stata conseguita, a volte non c'è nemmeno questa consolazione. Da essa ne partiranno altre".
"Inoltre" pensa ancora Julia "Per le questioni più... spinose, potremo sempre avere un aiuto aggiuntivo".
"Non si preoccupi per la sua casa" afferma Herbert "Ha subito danni minimi e le prometto che sarà come nuova entro poche settimane. Infine, ehm..." il tono dell' uomo si fa più imbarazzato "Mi chiedevo se, per caso, qualche sera, una cena tra noi... Senza alcuna pretesa, sia chiaro".
Julia sorride: quest' uomo le piace proprio:"Nessun problema". Anche Herbert allora sorride.
"E magari" conclude la donna "Un giorno ti sottoporrò alla più terribile delle prove: l' esame da parte di mia figlia Rachel. Se superi questo, nulla ti potrà più spaventare".
L' inizio di una nuova era.

FINE

Per Betta, compagna di tante belle discussioni

Note dell' Autore: Riesumata dal Limbo in cui era caduta dopo la perdita dei suoi poteri nella prima storia della Donna Ragno, ecco ritornare sulla scena Julia Carpenter, con un nuovo nome ed una rinnovata determinazione. Sulla storia direi che c'è poco da dire, se non che Mike Clemson era un agente governativo incaricato un tempo di sorvegliare le attività di Julia e che il Conclave è una organizzazione ombra che mira a destabilizzare il governo americano. Powderkeg, invece, è il classico nemico tutto muscoli e niente cervello ed ha affrontato più che altro Monica Rambeau, alias Capitan Marvel II e Photon.
Rivedremo Aracne? Certo, basta solo saper aspettare. Per ora ringrazio Tobia Brunello, che mi ha suggerito questo nuovo nome di battaglia di Julia (mi aveva mandato un elenco di cento nomi, alla fine ho ceduto ^__^).